Il negligente, libretto, Firenze, Stecchi, 1752 (Lo spensierato)

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 PASQUINO vestito da donna, poi CORNELIO
 
 PASQUINO
 Oh povero Pasquino! Salva, salva.
 S'io non fuggivo presto
 dalle mani del padrone
460mi faceva provare un buon bastone.
 Ora che son vestito in questa guisa
 non mi conoscerà. Ma veramente
 egli aveva ragione,
 il rubare fu sempre mala azione
465ma Porporina disse: «Piglia, piglia»;
 ond'io per obbedirla e dimostrarle
 che i suoi comandi a me fur sempre cari,
 mi compiacqui di prendere i denari.
 Vien gente. Ohimè! Temo essere scoperto.
 CORNELIO
470Girando io vo per questi colli ameni
 per temprar del mio cor la viva fiamma
 ma qual vaga fanciulla
 mi si presenta! O amabil pastorella,
 che fate qui soletta?
 PASQUINO
475Non mi conosce; oh la vuol esser bella.
 CORNELIO
 Perché fuggir? Disdice
 cotesta rustichezza
 alla vostra bellezza
 e se parlo con voi però non esco
480dal mio giusto dover.
 PASQUINO
                                         Or sì sto fresco!
 CORNELIO
 Fermatevi, ascoltate. In quest'istante
 m'han fatto vostro amante
 quei risplendenti rai
 che vi brillano in volto.
 PASQUINO
                                            Oh meglio assai.
 CORNELIO
485Ma voi non rispondete? Aprite, aprite
 quella bocca di rose,
 se no qui morto mi vedrete affatto.
 PASQUINO
 Converrà secondar questo bel matto.
 CORNELIO
 Crudel! Negate un vostro caro accento
490a un gentiluom che spasima,
 o ninfa mia bellissima?
 PASQUINO
 (Che pazzo!) Perdoni vosustrissima,
 se finora incivile
 con un signor sì grande io sono stata.
 CORNELIO
495Oh gentile! Oh garbata!
 Non importa, o mia cara,
 ditemi il vostro nome.
 PASQUINO
 Io Dorina mi appello.
 CORNELIO
 O saporito, oh dolce nome!
 PASQUINO
                                                   (O bello!)
 CORNELIO
500Parliamo in confidenza e dite a me,
 vi vado a genio?
 PASQUINO
                                 Ohimè!
 CORNELIO
 Dite.
 PASQUINO
             S'io debbo dire...
 Ah mi fate arrossire.
 CORNELIO
 Eh non vi vergognate
505no, bel visin di latte, e rispondete.
 Vi piaccio?
 PASQUINO
                        Sì signor che mi piacete.
 CORNELIO
 Oh carina! E che sì che ancor m'amate?
 Dite, dite, è così?
 PASQUINO
 (Che tu possa scoppiare). Signorsì.
 CORNELIO
510Dunque mio ben... perché scappate voi?
 PASQUINO
 Troppo furioso siete.
 Allegra, se volete,
 di star mi piace ma le mani a casa.
 CORNELIO
 Via sarete obbedita.
515Ma per stare più allegri
 che mai far si potria?
 PASQUINO
                                          Far un balletto.
 CORNELIO
 Brava! Qual ballo è il vostro?
 PASQUINO
                                                       Il minuetto.
 CORNELIO
 Come?
 PASQUINO
                 Non vi stupite
 che se ben tra pastori or son ridotta
520io nacqui cittadina.
 CORNELIO
 E ben balliamo, o dolce mia Dorina. (Ballano il minué)
 PASQUINO
 (Che balordon!)
 CORNELIO
                                 Che gusto
 ballar con la sua bella.
 Ohimè! Vien Porporina;
525non vorrei che dicesse ad Aurelia
 che mi vedde scherzar qui con Dorina.
 PASQUINO
 Vanne a rotta di collo... Ma che vedo
 qui sen viene il mio ben. Vuo' con costei
 prendermi un puo' di spasso.
 
 SCENA II
 
 PORPORINA e detto
 
 PORPORINA
530È un'ora e più che giro in questo bosco
 per ritrovar Pasquin ma non lo vedo.
 Io voglio ricondurlo dal padrone
 e con quattro muine
 rimetterlo in sua grazia. Ei si è vestito
535da donna per non esser conosciuto.
 Ma dove mai sarà?
 PASQUINO
                                      Qua, qua.
 PORPORINA
                                                          Che sento!
 Vieni, mio ben, che ti cerco per tutto.
 PASQUINO
 Ha gli occhi foderati di prosciutto.
 PORPORINA
 Pasquino, dove sei?
 PASQUINO
                                       Ei ei.
 PORPORINA
540Chi mi risponde? Io qui non vedo alcuno.
 PASQUINO
                                                                             Uno.
 PORPORINA
 Eh Pasquino vien fuora.
 PASQUINO
                                               Or ora.
 PORPORINA
 Vieni, mio ben, ch'io moro.
 Più non risponde e dove mai, oh dio,
 misera, troverò Pasquino mio?
 
545   Dite, aurette che spirate,
 il mio bene dove sta?
 
 PASQUINO
 
    Io son quello che cercate.
 Ma non voglio uscir di qua.
 
 PORPORINA
 
    Dite, augelli che cantate,
550il mio bene dove sta?
 
 PASQUINO
 
    Io son quello che cercate.
 Ma non voglio uscir di qua.
 
 PORPORINA
 
    Fan timor le colpe vostre.
 
 PASQUINO
 
 Temon più le spalle nostre.
 
 PORPORINA
 
555Oh siete qui.
 
 PASQUINO
 
                           Signora sì.
 
 PORPORINA
 
 Fate core.
 
 PASQUINO
 
                     Oh questo no.
 
 PORPORINA
 
 Men timore.
 
 PASQUINO
 
                          Troppo n'ho.
 
 PORPORINA
 
 Io sarò vostro campione.
 
 PASQUINO
 
 Mi prometti ed io verrò.
 
 A DUE
 
560   Ah finiamo la questione
                        con me non può.
 paventar
                        io più non vuo'.
 
 SCENA III
 
 Camera come prima.
 
 AURELIA e CORNELIO
 
 AURELIA
 Anderà ben, benissimo.
 Con quattro paroline io l'ho incantato,
 è di me innamorato,
565la dote mi darà.
 CORNELIO
                                Come facesti
 a tirarlo nel laccio?
 AURELIA
                                     Io, tu lo sai,
 ho un non so che nel volto,
 ho un non so che nel tratto,
 che semplice e innocente mi dipinge,
570e 'l cor di chi mi parla annoda e stringe.
 CORNELIO
 Io non vorrei che quando
 tu moglie mi sarai,
 altri si riscaldasse al tuo bel foco.
 AURELIA
 Se geloso sarai, godrai per poco.
 CORNELIO
575Basta; ne parleremo. Ma io penso
 che se pur Filiberto
 t'ha promesso la dote,
 sarà sì generoso
 sol coll'idea di divenir tuo sposo.
 AURELIA
580Così sarà; ma io
 so fare il fatto mio.
 Della sua negligenza
 profittarmi saprò,
 forse gli rapirò,
585col pretesto di far la soscrizione
 al contratto nuzial, la donazione.
 CORNELIO
 Oh gran donna! Oh gran donna! Io col tuo esempio
 propor vo' a Filiberto
 l'aggiustamento della lite; a lui
590chiederò la sua firma
 per chiudere il contratto
 e quand'egli mi creda il colpo è fatto.
 AURELIA
 Con ragion ci ha congiunti
 amor sagace e scaltro,
595nati siam veramente uno per l'altro!
 CORNELIO
 Ah ch'io non vedo l'ora,
 cara, che tu sii mia.
 AURELIA
 Tua sarò ma non voglio gelosia.
 CORNELIO
 Dammi la bella man; lascia che almeno
600io me la stringa al seno.
 AURELIA
 Sì, caro, ecco la man, se tu la vuoi,
 del mio core e di me dispor tu puoi.
 
 SCENA IV
 
 FILIBERTO in disparte e detti
 
 CORNELIO
 Oh che cosa gustosa (Si tengono sempre per mano)
 aver sì bella sposa!
 AURELIA
605Oh che felice sorte
 aver sì buon consorte!
 CORNELIO
 Marito fortunato!
 AURELIA
 Quando, quando verrà quel dì beato!
 FILIBERTO
 Bravi. Bon pro vi faccia.
 CORNELIO
                                              (Oh maledetto!)
 AURELIA
610Vi giuro e vi prometto, (A Filiberto)
 caro il mio ben, che sempre parlerei
 del nostro matrimonio
 e ne chiamo Cornelio in testimonio.
 CORNELIO
 (Oh brava!) Sì, davvero,
615ella vi vuol gran ben.
 FILIBERTO
                                         Mi vuol gran bene?
 Parmi ch'ella dicesse:
 «Oh che felice sorte
 aver sì buon consorte!» (Accennando Cornelio)
 AURELIA
 M'intendevo di voi.
 FILIBERTO
620E voi diceste poi: (A Cornelio)
 «Marito fortunato!»
 E lei: «Quando verrà quel dì beato!»
 CORNELIO
 Marito fortunato
 Filiberto chiamai.
 AURELIA
625Ed io di Filiberto sol parlai.
 FILIBERTO
 E parlando di me
 si tenevan le man sì bene unite?
 Buona gente, che dite?
 CORNELIO
 Io lo facea senza pensar a niente.
 AURELIA
630Era una ceremonia indifferente.
 FILIBERTO
 Che ceremonia? Andate via di qua.
 AURELIA
 Oimè mi discacciate?
 Più ben non mi volete?
 FILIBERTO
 Una mendace siete.
 CORNELIO
635Credetemi, signor...
 FILIBERTO
                                       Non mi parlate.
 AURELIA
 Se voi m'abbandonate,
 morirò disperata.
 FILIBERTO
                                   Vostro danno.
 AURELIA
 Ahi che dolor! Che affanno!
 Chi mi porge ristoro?
640Filiberto crudele, io manco, io moro. (Finge svenire sopra una sedia)
 CORNELIO
 Povera sventurata,
 per voi quasi è spirata.
 FILIBERTO
 Poverina, davvero?
 Ha il naso freddo freddo.
645Mi muove a compassione.
 CORNELIO
 Aiutatela almeno.
 Presto, spirto vital le bagni il naso.
 FILIBERTO
 Acqua della regina. Oh strano caso! (Parte)
 AURELIA
 È partito? (S’alza)
 CORNELIO
                       È andato a prendere
650l'acqua della regina.
 AURELIA
                                       O che bel pazzo!
 Per far lieto il cor mio,
 vi vuol altro che odori!
 CORNELIO
                                            Il veggio anch'io.
 Eccolo che ritorna.
 AURELIA
                                     Alla lezione. (Torna in atto di svenuta)
 CORNELIO
 (Chi alla femmina crede è un gran minchione).
 FILIBERTO
655Eccomi, come va?
 CORNELIO
 Misera! Fa pietà.
 FILIBERTO
 Adesso, adesso.
 CORNELIO
                               Dubito sia morta.
 FILIBERTO
 E pur non è venuta niente smorta.
 Zitto, zitto, rinviene.
 AURELIA
660Ah traditor! (A Filiberto)
 FILIBERTO
                          Mio bene,
 son qui tutto per voi.
 AURELIA
 Mi crederete poi?
 FILIBERTO
 Sì sì, vi crederò.
 AURELIA
 Se voi non mi credete, io morirò.
 
665   Per pietà mio caro bene,
 non mi fate sospirar.
 
 FILIBERTO
 
 Non mi fate lacrimar.
 
 AURELIA
 
    Io son tutta tutta vostra.
 Questa mano è tutta mia, (Tocca per dietro la mano a Cornelio)
670quel visetto voglio amar.
 
 FILIBERTO
 
 Voi mi fate giubbilar.
 
 AURELIA
 
    Imparate, o donne care,
 che vi pare? Non fo bene?
 Or si ride ed or si sviene;
675un la mano e l'altro il cor.
 
 CORNELIO
 
    (E quel pazzo se lo crede!
 Queste donne come sanno
 ben goder dell'altrui inganno
 e mentir più d'un dottor).
 
 AURELIA
 
680   Per pietà mio caro bene,
 non mi fate sospirar.
 
 SCENA V
 
 FILIBERTO e CORNELIO
 
 CORNELIO
 Andate, signor mio;
 Aurelia è offesa e son offeso anch'io.
 FILIBERTO
 Io credea... Compatite.
 CORNELIO
685Orsù, per torvi ogni ombra
 ch'i' vengo in casa vostra a far l'amore,
 vi son buon servitore. (Vuol partire)
 FILIBERTO
                                           No, sentite.
 CORNELIO
 Già della vostra lite
 aveva poste ben le cose a segno
690ma vado adesso a rinunziar l'impegno.
 FILIBERTO
 Ah per amor del ciel, non vi stancate
 d'essermi protettor.
 CORNELIO
                                       Già l'avversario
 s'era posto in spavento
 e trattava con me l'aggiustamento.
 FILIBERTO
695Volesse il ciel che fossimo aggiustati;
 dottori ed avvocati
 più trattar non vorrei;
 e goder la mia pace anch'io potrei.
 CORNELIO
 Andate dal marchese
700la cosa a terminar.
 FILIBERTO
                                     Ma non potreste
 consumare l'affar tra voi e lui?
 CORNELIO
 Potrei ma se mi riesce
 di prenderlo in parola,
 l'autorità non tengo
705di stringere il contratto.
 Venite meco.
 FILIBERTO
                           No, Cornelio caro,
 non fate che il piacer mi riesca amaro,
 fate voi, fate voi.
 CORNELIO
                                 Datemi almanco
 sottoscritto da voi un foglio in bianco.
 FILIBERTO
710Fin questo si può far;
 del resto tutto a voi lascio l'imbroglio.
 CORNELIO
 Eccovi il calamar, la penna e il foglio. (Tira fuori tutto di tasca)
 FILIBERTO
 Io scrivo: «Filiberto
 affermo quanto sopra si contiene».
715Basta così?
 CORNELIO
                        Va bene. (Prende il foglio)
 FILIBERTO
 S'io presto non finiva
 di testa mi veniva un giramento.
 CORNELIO
 Davvero?
 FILIBERTO
                     Il pensier è un gran tormento.
 CORNELIO
 Per or siete spicciato.
720E dimani sarete consolato.
 
    Con questo foglio in mano
 farò l'aggiustamento.
 (Ma lo farò per me).
 Vedrete chi son io.
725D'un galantuom par mio
 non s'ha da dubitar.
 
    La vostra ricca entrata,
 la vostra sposa bella
 difendervi saprò.
730Ma presto questa e quella
 sì sì, voglio involar.
 
 SCENA VI
 
 FILIBERTO, poi PORPORINA e PASQUINO
 
 FILIBERTO
 Manco mal che la sorte mi provvede.
 Mi ama Aurelia; Cornelio è tutto fede.
 PORPORINA
 (Ecco il padron). (Parlano in disparte fra di loro non sentiti da Filiberto)
 PASQUINO
                                   (Chiediamoli perdono).
 PORPORINA
735(Se vogliamo ottenerlo,
 fingiam d'esser nemici).
 PASQUINO
 (E poi in cucina torneremo amici).
 FILIBERTO
 Io far l'aggiustamento?
 Non lo faccio in due anni. Oh che tormento!
 PORPORINA
740Signor padron.
 PASQUINO
                               Signor padrone mio.
 PORPORINA
 Io vi chiedo perdono.
 PASQUINO
 Pietà Pasquin vi chiede.
 PORPORINA
 Io vi bacio la man.
 PASQUINO
                                     Vi bacio il piede.
 FILIBERTO
 Temerari, bricconi.
 PORPORINA
745Signore, io non voleva,
 è stato lui.
 PASQUINO
                      È stata lei che ha detto:
 «Piglia, piglia, Pasquino».
 PORPORINA
 Non è ver, malandrino,
 sei stato tu. Colui è un disgraziato, (A Filiberto)
750mezzo il vin della botte ha tracannato.
 PASQUINO
 Lei fa all'amor con tutti
 e giù per i balcon cala i prosciutti.
 PORPORINA
 Chi ha vendute le legne?
 PASQUINO
                                                E la farina
 chi ha mandata via?
 PORPORINA
755Ti vo' scoprir.
 PASQUINO
                            Ti voglio far la spia.
 FILIBERTO
 È bella la canzone
 e si suona alle spalle del padrone.
 PORPORINA
 Io sono fidatissima.
 PASQUINO
 Io sono onoratissimo.
 PORPORINA
760Caro il mio padroncin.
 PASQUINO
                                            Padron carissimo.
 FILIBERTO
 Orsù per non far torto all'uno o all'altro,
 giacché ha fatto ciascun le parti sue,
 vi licenzio di casa tutti due.
 PASQUINO
 Senti, per causa tua. (A Porporina)
 PORPORINA
                                         Per te, briccone. (A Pasquino)
765(Senta, signor padrone; (A Filiberto piano)
 per sgravio di coscienza,
 il povero Pasquin, sappia, è innocente
 e quel che ho detto non è vero niente).
 FILIBERTO
 Buono!
 PASQUINO
                 (Signor padrone, una parola. (A Filiberto piano)
770Per rabbia ho detto mal di Porporina;
 peraltro ell'è innocente, poverina!)
 FILIBERTO
 Meglio! Ma io vi credo
 due furbi belli e buoni.
 PASQUINO
 Uh cosa dite.
 PORPORINA
                           Il ciel ve lo perdoni.
 FILIBERTO
775Io non mi fido più.
 PASQUINO
                                      Sarò fedele.
 PORPORINA
 Fedel sarò, sull'onor mio lo giuro.
 PASQUINO
 Sopra la mia parola io v'assicuro.
 FILIBERTO
 (Se mando via costoro,
 a trovarne altri due sarò impicciato).
780Orsù v'ho perdonato
 per questa volta ma se un'altra arriva?
 PORPORINA
 Oh caro!
 PASQUINO
                   Oh benedetto! (L’accarezzano, accarezzandolo con caricatura l’infastidiscono)
 A DUE
                                                E viva, e viva.
 FILIBERTO
 
    Basta, basta, fermi state.
 Maledetti, mi stroppiate.
785Tocca, tocca, se tu vuoi.
 Va' a scherzar co' pari tuoi.
 
    Porporina, sarai buona?
 Sarai fida al tuo padrone?
 Insolente, mascalzone,
790io ti voglio bastonar.
 
    Le carezze d'una donna,
 benché serva, non fan male;
 ma tu sei un animale,
 non ti voglio sopportar.
 
 SCENA VII
 
 PORPORINA e PASQUINO
 
 PASQUINO
795Per questa volta è andata ben!
 PORPORINA
                                                         Ringrazia
 il mio giudizio.
 PASQUINO
                               Sì, gioia mia bella,
 tu sei una ragazza
 che può star, per dottrina, in paragone
 d'Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.
 PORPORINA
800Vedi quel che per te feci, amor mio,
 fin dissi una bugia,
 la prima ch'io abbia detta in vita mia.
 PASQUINO
 Dunque mi porti amore?
 PORPORINA
 Ti amo con tutto il core.
 PASQUINO
805Dunque tu mia sarai?
 PORPORINA
 Sì, Pasquin, sarò tua, se mi vorrai.
 PASQUINO
 Se ti vorrò? Mio bene!
 Non bramo altri che te.
 Per quel tuo bel visino
810lascerei la minestra, il pane e il vino.
 PORPORINA
 Lo so che mi vuoi bene;
 ma un po' di gelosia mi dà martello.
 PASQUINO
 Maledetta disgrazia è l'esser bello!
 PORPORINA
 Quei cari e belli occhietti
815saranno tutti miei?
 PASQUINO
                                      Sì.
 PORPORINA
                                              Non m'inganni,
 posso prestarti fé?
 PASQUINO
                                     Sì.
 PORPORINA
                                             Tu mio sposo
 esser dunque vorrai?
 PASQUINO
                                          Sì, bel visetto.
 PORPORINA
 Oh che bella fortuna! Oh che diletto!
 
    Ohimè, che fuor del petto
820mi vien sul labbro il cor.
 Ma su quel bel labbretto
 veggo il tuo core ancor.
 
    Dammi il tuo core, oh...
 Pigliati, o caro, il mio!
825Piglialo, che tel dono,
 dammelo, per pietà.
 
 SCENA VIII
 
 PASQUINO e DORINDO, il quale vorrebbe trattener Porporina che parte
 
 DORINDO
 Ehi, Porporina, udite...
 PASQUINO
 Signor, cosa comanda
 da Porporina?
 DORINDO
                             Che vuoi tu sapere?
830Va' via, brutto villano.
 PASQUINO
 Cos'è questo villano?
 Cos'è questo va' via?
 Cosa pretende lei?
 DORINDO
                                     Quel che mi pare. (Vuol seguir Porporina)
 PASQUINO
 Con grazia, padron mio; (Lo trattiene)
835lo vo' sapere anch'io.
 DORINDO
 Tu non devi saper quello che passa
 fra Porporina e me. (Non vo' ch'ei sappia
 che qui Lisaura aspetto).
 PASQUINO
 Porporina dev'esser moglie mia;
840mi meraviglio di vosignoria.
 DORINDO
 (Mi voglio divertir con questo sciocco).
 Porporina tua sposa?
 Credimi, l'hai sbagliata;
 è la mia innamorata.
 PASQUINO
                                         Come! Oh diavolo!
845Non può star, non sarà, nol posso credere,
 mi vuol ben, me l'ha detto e l'ha giurato.
 DORINDO
 Di te gioco si prende e t'ha burlato.
 PASQUINO
 Ah bugiarda! Ah spergiura!
 Adesso, adesso intendo
850perché, quando le ho detto
 di far il matrimonio di nascosto,
 la furba m'ha risposto:
 «Così non è permesso».
 Femmine, ingannatrici! Ingrato sesso!
 
855   Dunque è vostra innamorata? (A Dorindo)
 (Maledetta, disgraziata
 crepa, schiatta, va' in malora,
 aver ben non possa un'ora).
 Ti strascinin le catene,
860infedele bugiardaccia,
 brutta strega, villanaccia,
 venga un orso a pettinarti,
 a strapparti quel toppè.
 
    Parto signore,
865ma voi pensate
 a quel che fate.
 Quell'incostante
 ch'è vostra amante,
 che m'ha tradito,
870che m'ha schernito,
 non merta amore,
 credete a me.
 
 SCENA IX
 
 DORINDO, poi LISAURA
 
 DORINDO
 Sentimi, non è ver... Quasi mi spiace
 aver dato al meschin sì gran cordoglio.
875So per prova qual sia
 il tormento crudel di gelosia.
 Ma ecco la mia bella
 che a beare mi vien con gli occhi suoi.
 LISAURA
 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
                                            Cara Lisaura,
880tutti siamo traditi. Ho discoperta
 una barbara trama;
 di spogliar Filiberto oggi si brama.
 Il marchese, Cornelio e ser Imbroglio
 al vostro genitor fanno la lite;
885dimani si farà l'aggiustamento.
 E il caro spensierato
 all'iniquo Cornelio,
 ch'è l'impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
890Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s'è mosso
 e di voi e di me. Quegli che stese
 la scrittura, per noi, del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque, che sarà?
 DORINDO
                                       Ci ho rimediato.
895Vo' che l'ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
 che al vostro genitore
 sottoscriver facciate questa carta. (Cava di tasca un foglio)
 S'egli, ch'è spensierato,
900senza leggerlo pria, soscrive il foglio,
 scherniremo Cornelio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene;
905profittarsi conviene
 della sua negligenza.
 Diteli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto;
 ei vi ponga il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
910Non vorrei d'un inganno
 esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non ci pensate.
 Quest'è l'ultima moda,
 l'inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    Io t'amo, ben mio,
915con tenero ardore,
 costante, fedele
 l'amante mio core
 per sempre sarà.
 
    Né temo l'ingiurie
920d'avversa mia stella
 che fiamma sì bella
 nel seno vivrà.
 
 SCENA X
 
 LISAURA sola
 
 LISAURA
 Giusti dei, v'è nel mondo
 cotanta iniquità? V'è sulla terra
925chi temerario ardisce
 rapir l'altrui con esecrando eccesso?
 E lo soffrono i numi? E stride invano
 il folgore di Giove?
 Dove si cela, dove
930l'empio che il genitor tradire aspira?
 Seco voglio sfogar lo sdegno e l'ira.
 Ma no, femmina imbelle
 che dir, che far potrei?
 Crudelissimi dei!
935Perché non m'è concesso
 potermi cimentar col viril sesso?
 Farei veder ben io
 che ancor nel petto mio si cela un core,
 di coraggio ripieno e di valore.
 
940   Leon cacciato in selva
 da cento veltri e cento
 non fugge o si rinselva
 ma va senza spavento
 la morte ad incontrar.
 
945   Armi non ha la sorte
 per atterrar quest'alma
 sempre costante e forte
 non ha che paventar.
 
 SCENA XI
 
 AURELIA, poi PASQUINO
 
 AURELIA
 Del cor di Filiberto
950sono quasi sicura
 ma Lisaura, Pasquino e Porporina
 non mi ponno vedere.
 La politica vuole
 ch'io me gli renda amici,
955acciò i disegni miei riescan felici.
 Ecco Pasquin; con questo
 ch'è alquanto baccellone
 incomincio a provar la mia lezione.
 PASQUINO
 Ingrata Porporina, (Verso la scena)
960ladra, cagna, assassina...
 AURELIA
 Pasquino, e con chi l'hai?
 PASQUINO
 Oh non t'avessi conosciuta mai!
 AURELIA
 T'han fatto qualche insulto?
 PASQUINO
                                                     Sì, m'han fatto
 quello che far usate
965voialtre femminacce indiavolate.
 AURELIA
 Sei forse innamorato?
 PASQUINO
 Così fossi appiccato.
 AURELIA
 Forse tradito sei?
 PASQUINO
 Uh! Così se n'andasse via colei.
 AURELIA
970Oh povero Pasquino
 che sei tanto bellino,
 se tu volessi un po' di bene a me,
 tutto questo mio cor saria per te.
 PASQUINO
 Eh mi burlate.
 AURELIA
                              No, credimi, o caro,
975che il mio labro è sincero.
 PASQUINO
 (Se dicesse davvero
 vendicarmi potrei di Porporina).
 AURELIA
 Dammi la tua manina.
 PASQUINO
 Se ci vede il padron, cosa dirà?
 
 SCENA XII
 
 FILIBERTO da una parte, PORPORINA dall’altra osservano in disparte
 
 AURELIA
980Non importa, vien qua.
 Fra noi s'ha da aggiustare
 e si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 (Obbligato!) (Da sé)
 PASQUINO
                           Sì sì, vada in malora
 lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
985(Bravissimo). (Da sé)
 AURELIA
                              È noioso
 il signor Filiberto agli occhi miei.
 PASQUINO
 Non mai quant'è costei
 noiosa agli occhi miei!
 AURELIA
 Tu sì sei graziosetto. (A Pasquino)
 PASQUINO
990Tu sì se' un bel visetto. (Ad Aurelia)
 AURELIA
 Se parlassi di cor...
 PASQUINO
                                     Se vi degnaste...
 AURELIA
 Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m'impegno.
 FILIBERTO
 (Femmina scellerata!) (Da sé)
 PORPORINA
                                             (Oh core indegno!)
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Allegri e contenti
995godiamo, mio core.
 Più dolce è l'amore
 novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
    Che voglia mi vien
 di darli il buondì.
 
 AURELIA
 
1000   E vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
 E vada la serva...
 
 A DUE
 
 A fuoco, sì sì.
 
 FILIBERTO
 
    Indegna. (Ad Aurelia)
 
 PORPORINA
 
                        Briccone. (A Pasquino)
 
 A DUE
 
 Si tratta così?
 
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
1005   (Non v'è più rimedio,
 già tutto sentì).
 
 PORPORINA
 
    Con voi, vanarella, (Ad Aurelia)
 mi voglio sfogar.
 
 AURELIA
 
    Con te, sfacciatella, (A Porporina)
1010non voglio gridar.
 
 FILIBERTO, PASQUINO A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegno, briccone, (A Pasquino)
 ti vo' bastonar.
 
 PASQUINO
 
1015   Non curo il padrone,
 mi vo' vendicar.
 
 AURELIA, PORPORINA A DUE
 
    Fermate, tacete,
 non state a strillar.
 
 A QUATTRO
 
    Che rabbia mi sento!
1020Che fiero tormento!
 L'affanno, lo sdegno
 vuol farmi crepar.
 
 Fine dell’atto secondo